Si allunga la schiera dei Santi che la Chiesa Cattolica ci propone quali esempi di vita, incarnazione delle virtù evangeliche e veri testimoni della fede.
E’ di pochi giorni fa la notizia ufficiale con la quale si comunica che Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante “le virtù eroiche” del “sindaco – santo”, il Servo di Dio Giorgio La Pira. Si tratta del primo passo di un lungo ed articolato percorso per l’eventuale apertura di un futuro processo di beatificazione e canonizzazione.
Giorgio La Pira è nato a Pozzallo il 9 gennaio 1904 ed è morto a Firenze il 5 novembre 1977. Fu Sindaco di Firenze dal 1951 al 1957 e poi di nuovo dal 1961 al 1965. Nel 1986 l’allora Arcivescovo di Firenze, il cardinale Silvano Piovanelli, ne promosse il processo.
La Pira si distinse nel suo ruolo politico e fu “profeta tra la gente”, anticipando – secondo molti – lo stesso Concilio Vaticano II; la sua proposta sociale si apriva ad una visione dell’ uomo nella sua interezza e globalità: per Giorgio La Pira, “ogni uomo era un fratello” in quanto figli dello stesso Padre. La Pira ha ancora molto da dirci ed insegnarci ed il suo pensiero umano, politico, sociale è oggi quanto mai attuale e moderno.
Anche il Presidente della nostra Fondazione, Don Beniamino Sacco, ha accolto con gioia ed entusiasmo la notizia dell’ inizio dell’ iter canonico riguardante il sindaco – santo; come La Pira, anche il nostro Don Beniamino ama “sognare” e “mettere in atto”, crede nell’uomo e nelle sue grandi potenzialità, nella sua capacità di amare ed entrare in relazione; tratti comuni di due personalità diverse, ma simbiotiche, con vocazioni differenti ma allo stesso tempo votate ad un unico scopo: l’uomo, la sua dignità, il suo futuro.
Commenta così la notizia Don Beniamino:” da sempre ne abbiamo apprezzato la coerenza e il coraggio, con i quali ha vissuto la sua vita di uomo, di professore, di politico e di cristiano. Una coniugazione che soltanto chi ha una fede profonda è in grado di mettere in atto. La Pira appartiene a quella categorie di persona che apparentemente sembrano suonare fuori da coro, mentre in effetti sono loro che armonizza no il coro. Uomo del Sud, piccolo di statura fisica, sognatore, intelligenza viva e mai paga, emigra al Nord, dove non si accontenta di vivere da emigrato, mal considerato e quasi sopportato, ma si fa protagonista di onestà, di cultura, di lungimiranza, e contribuendo a cambiare la mentalità del Nord.
Si ferma a Firenze, culla di arte e fucina di idee, e che simbolicamente rappresenta l’ombelico d’Italia. Lui la trasforma in una città di unità universale. Lo fa da, Sindaco “Siculo-Fiorentino, con il suo accento inconfondibile della provincia ragusana. Non si vergogna di essere figlio del profondo Sud, anzi ne diventa il cantore e il cultore del suo immenso bagaglio culturale.
La sua esperienza di sindaco lo porta a contatto con le persone meno abbienti, delle quali si fa carico delle speranze delle ansie e dei bisogni. Per loro costruisce casa popolari e interi villaggi. Si confronta con il mondo de lavoro, quello precario o a rischio, e fa di tutto per dare una risposta che non sappia solo di speranza, ma di certezza. Vive da povero e come i poveri, in una cella dei Padri Domenicani del capoluogo fiorentino, dove nella preghiera sogna i sogni di Dio. Usa del potere come se non lo usasse, del prestigio come se non lo conoscesse, dei mezzi come se non gli appartenessero.
Giorgio La Pira, il ” SINDACO SANTO”. Per decenni in tanti, Siculi, Fiorentini, forse anche Russi e Cinesi, hanno sognato che il mondo intero, un giorno potesse alzare gli occhi al cielo per contemplare la gloria di Dio sul volto del piccolo uomo del Sud, che con le sue “stranezze” è andato oltre il pensiero comune.
Papa Francesco, che di queste cose se ne intende, sicuramente ha letto e riletto il romanzo della vita del Sindaco di Firenze, e ha decretato che le sue virtù sono conformi al Vangelo e ha invitato gli addetti ai lavori, di accelerare i tempi perché esse possano essere proposte solennemente, come esempio, a tutto il Popolo di Dio, e oltre. Noi Siciliani ne siamo orgogliosi.