Integrare è un processo lungo, a volte difficile, che presuppone accogliere l’altro, allargare le proprie vedute, abbattere muri e costruire ponti; un percorso lungo e non esente da pregiudizi verso “l’altro”, lo straniero, che ancora fa paura e verso il quale insiste una cultura di indifferenza e – peggio ancora – di diffidenza e paura.
Tutto ciò che è “diverso” ci intimorisce e spesso ci ostacola nei rapporti con l’esterno, soprattutto con chi ha colore di pelle differente dal nostro o parla una lunga diversa,; le paure ci costringono a prendere le distanze ed a chiuderci nel nostro mondo sicuro e ovattato.
L’esclusione è nemica – anzi l’opposto contrario – dell’ inclusione e dell’ accoglienza!
E viaggia su canali virtuali, dietro schermi e tastiere, dove ognuno fa la parte del “leone” e gioca il proprio ruolo di nuovo inquisitore e moralizzatore del sistema, già viziato e spesso corrotto, in special modo da fake news, notizie false e tendenziose.
Per fortuna un raggio di luce e di speranza splende ancora, capace di riscaldare quanti riescono a vedere – nonostante tutto – oltre la coltre di nubi tossiche, che avvelenano i cuori.
È il caso di una 5^ classe dell’istituto “G.B Vico” di Ragusa che si è interrogata sul mondo dell’ immigrazione e delle fake news che circolano ed imperano sul web.
L’incontro si è tenuto presso lo stesso Istituto lo scorso 28 maggio, organizzato dalle stesse ragazze e dai loro docenti, che hanno invitato la fotografa professionista ragusana, Delizia Flaccavento a relazionare il tema. La Flaccavento collabora con l’organizzazione MEDU, con la quale ha già realizzato anche mostre fotografiche sul tema dell’ immigrazione.
Un tema avvincente, coinvolgente, trattato anche con l’ ausilio di immagini proiettate in classe in cui si è reso vivo e palpabile il dramma vissuto da quanti affrontano il mare, fuggendo dai propri paesi e dai propri affetti, per trovare rifugio nelle nostre coste.
L’ incontro si è fatto più emozionante quando Mike Ewah, ospite del nostro CAS Gerico – la citta dei Ragazzi- della “Fondazione il Buon Samaritano” di Vittoria, ha raccontato la sua personale esperienza di vita e sofferenza, il viaggio della speranza tra deserto, l’inferno libico e poi il mare, fino a raggiungere Vittoria dove è stato accolto. Una conversazione semplice, tra coetanei cha parlano lo stesso linguaggio, giovane tra giovani!
La dott.ssa Giovannelle Donzelli, psicologa del Centro, ha poi spiegato nel dettaglio l’opera della Fondazione “Il Buon Samaritano” e nello specifico le attività del CAS di Gerico, contribuendo a smontare le notizie false e tendenziose.
Un incontro toccante, fatto di umanità, di persone, di storie che si sono intrecciate; l’integrazione passa anche attraverso la cultura, in generale e scolastica in particolare, la conoscenza dell’altro, dall’ascolto e dalla comprensione, ma soprattutto che parla un unico linguaggio: quello del cuore.